Non si sa da quanto tempo esista, ma la tecnica giapponese Shou Sugi Ban (焼杉板) è sicuramente millenaria e ha trovato il picco della sua diffusione dai primi del Settecento. Consiste nel carbonizzare la superficie del legno per proteggerlo e farlo durare di più. Shou Sugi Ban significa letteralmente “Assi di cedro bruciate” ed è antenata delle moderne pratiche di conservazione e finitura del legno.
Il legno carbonizzato con la tecnica giapponese Shou Sugi Ban sta tornando di moda, grazie alla riscoperta del valore dell'artigianato, ottenendo nuovi estimatori in tutto il mondo per merito dello splendido colore che conferisce al materiale dopo il trattamento, e la reazione, quasi magica, del legno sottoposto alla bruciatura superficiale.
Nacque con lo scopo di dare al legno un aspetto più bello, morbido e sinuoso, oltre che per motivi pratici. Sembra, infatti, che sia stato inventato per preservarne la durata e diminuire la richiesta che il Giappone non poteva soddisfare interamente. Con la globalizzazione e l’arrivo di materiali moderni come la plastica ed il cemento, la tecnica è andata quasi persa, fino a risvegliare gli interessi di architetti e designer dall’America e dall’Europa all’inizio degli anni 2000.
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Riscoprire la tecnica giapponese Shou Sugi Ban con il Fai da te
Il legno carbonizzato è più resistente alle intemperie e, incredibile ma vero, al fuoco! Ma come si fa? Innanzitutto bisogna scegliere il giusto tipo di legno. Può essere cedro, quercia o larice. Con un cannello a gas si brucia finché non si ottiene la colorazione desiderata, in seguito, bagnare con dell’acqua al fine di fermare la combustione. Dopo aver pulito la superficie dai residui di carbone, si passa la finitura attraverso l’applicazione di cera o olio naturale.
Lo strato di carbone che si crea a livello superficiale è esattamente il motivo per cui questo legno resiste al fuoco e per cui è consigliato per un uso esterno: l’effetto guaina tiene anche alla larga gli insetti e i tarli.
Sono tanti gli edifici che hanno usato questa tecnica per soluzioni da esterni e interni. Esempi da citare sono la facciata dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera, in Germania e la Palantine Passive House che ha incluso al suo interno pareti intere di incredibile fascino. L’architetto giapponese Terunobu Fujimori è tra i più grandi esponenti di questa tecnica di design e si mantiene fedele alla realizzazione originaria. Un po’ troppo rischiosa per un utente non esperto, avviene tramite l’unione di due tavole alle quali viene dato fuoco dall’interno tenendole in verticale. Successivamente vengono stese e aperte per essere bagnate con l’acqua. Decisamente qualcosa da non provare a casa!