In questa guida
- Costi per teleriscaldamento
- Quanto costa il teleriscaldamento in base ai combustibili che lo alimentano?
- Informazione utile
- Esempi di preventivi per installare il teleriscaldamento
- Come funziona il teleriscaldamento?
- Prezzi del teleriscaldamento per città
- Domande frequenti sul teleriscaldamento
- Cosa dice la legge circa il teleriscaldamento?
- Come viene alimentato il teleriscaldamento?
- Quali sono le principali reti per il teleriscaldamento?
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Costi per teleriscaldamento
Tipo di lavoro | Prezzo | Dettagli |
Teleriscaldamento casa | 4.000 € | 100 mq |
Teleriscaldamento villa | 2.800 € | 70 mq |
Teleriscaldamento ufficio | 8.000 € | 200 mq |
Teleriscaldamento locale commerciale | 20.000 € | 500 mq |
Teleriscaldamento hotel | 45.000 € | 1.000 mq |
Come otteniamo i prezzi?
Quanto costa il teleriscaldamento in base ai combustibili che lo alimentano?
Teleriscaldamento a carbone
I costi del teleriscaldamento a carbone, sono più elevati rispetto a quelli dei sistemi che utilizzano le fonti rinnovabili. Ciò è dovuto ad un’IVA maggiore sul carburante, in quanto quest’ultimo, causa emissioni inquinanti. Il teleriscaldamento a carbone è presente presso centri molto industrializzati.
Il prezzo medio per installare il teleriscaldamento a carbone è di circa 800€.
Teleriscaldamento a gas naturale
Il gas naturale, anche se oggi i costi per l’acquisto e la distribuzione risultano piuttosto elevati, è il carburante più utilizzato anche per il teleriscaldamento, in quanto è facilmente reperibile e disponibile in ogni area del territorio.
Il costo medio per installare il teleriscaldamento a gas metano è di circa 700€.
Teleriscaldamento a biomassa
Il teleriscaldamento a biomassa è uno dei sistemi più green, poiché, per la combustione, sfrutta scarti di lavorazione industriale ed agricola del legno, i quali non vengono trattati. Tra questi, vi sono fusti, rami e trucioli. I costi relativi alle biomasse (soprattutto a causa della spesa elevata per la raccolta delle stesse) non sono molto convenienti.
Il prezzo medio per installare il teleriscaldamento a biomassa è di circa 900€.
Teleriscaldamento a energia geotermica
L’energia geotermica è una fonte energetica proveniente dal suolo, pertanto, è quella più sostenibile. Anche se attualmente, per il teleriscaldamento, è tra le fonti meno sfruttate sul territorio italiano, la geotermia sta iniziando a svilupparsi notevolmente. Uno dei problemi principali di questo sistema è la sua configurazione, costosa e complessa relativamente ai punti di approvvigionamento e destinazione.
Il costo medio per installare il teleriscaldamento geotermico è di circa 1.500€.
Ulteriori informazioni sull'installazione di un impianto geotermico
Informazione utile
Il prezzo medio per installare il teleriscaldamento condominiale nel Nord Italia è di circa 700€. La cifra indicata comprende sia la manodopera che il costo relativo all’allaccio.
- Circa 5 giorni
- Dificoltà: Media
Esempi di preventivi per installare il teleriscaldamento
Utilizzare il teleriscaldamento è una scelta economicamente molto vantaggiosa se si abita presso un’area densamente popolata. In genere, il prezzo per avere a disposizione un sistema di teleriscaldamento varia in base a numerosi fattori, come ad esempio, la tipologia di combustibile impiegato dalla centrale di cogenerazione, la posizione geografica del proprio edificio e la distanza dalla centrale di cogenerazione, l’IVA sul carburante ed i vari contributi per l’allacciamento.
Non bisogna dimenticare infine, che i costi inziali (la maggior parte delle volte, molto elevati), possono essere ridotti grazie ad eventuali agevolazioni fiscali messe a disposizione dallo Stato.
Ecco due esempi di preventivi relativi a questi impianti di riscaldamento, i cui prezzi si differenziano in base alle diverse caratteristiche dei contesti abitativi.
Teleriscaldamento gas naturale per abitazione singola a Nord
- IVA 10%;
- prezzo medio materia prima con tariffa trinomia e potenza contrattuale superiore a 35 kW: 0,102804 €/kWh;
- quota annuale fissa (per potenze da 36 kW a 399 kW): circa 60€;
- allaccio: circa 500€;
- quota sistema annuale, circa 124€.
Teleriscaldamento gas naturale per condominio a Nord Est
- IVA 10%;
- prezzo medio materia prima con tariffa binomia (alta temperatura): 0,100627 €/kWh;
- allaccio: circa 500€;
- canone fisso annuale, circa 206€.
Come funziona il teleriscaldamento?
A differenza degli impianti di riscaldamento tradizionale, collocati all’interno degli edifici, il teleriscaldamento è un sistema a distanza, il cui funzionamento è possibile grazie a varie condutture, le quali, partendo da una centrale di cogenerazione (situata in un’altra area rispetto alla posizione dell’immobile da riscaldare), trasportano il calore alle abitazioni.
Il calore prodotto dalle centrali è distribuito alle singole unità abitative per mezzo di un fluido termovettore, ossia, una sostanza capace di mantenere il calore e di trasportarlo presso altre aree. Ciò è possibile grazie alla presenza di una rete di distribuzione primaria, dotata di doppia tubazione, di cui una, funge da fornitura principale di calore per le case, mentre l’altra, contiene il liquido freddo che ritorna alla centrale di produzione.
I metodi principali impiegati dalle centrali di cogenerazione per produrre il calore, sono due: quello diretto, composto da un solo circuito idraulico che collega la centrale alle componenti degli impianti degli utenti allacciati, e quello indiretto, formato invece da due o più circuiti idraulici differenti.
Grazie al teleriscaldamento, è possibile produrre calore, acqua calda sanitaria ed alimentare i sistemi di raffrescamento.
Prezzi del teleriscaldamento per città
Città | Prezzi |
Milano | da 0,0730€/kWh a 0,1012€/kWh |
Brescia | da 0,1013€/kWh a 0,1099€/kWh |
Roma | da 0,0795€/kWh a 0,1136€/kWh |
Torino | da 0,0370€/kWh a 0,1244€/kWh |
Verona | da 0,1375€/Mcal a 0,1447€/Mcal |
Domande frequenti sul teleriscaldamento
Come ripartire le spese del riscaldamento centralizzato in un condominio?
In base ai consumi del condominio con impianto centralizzato e teleriscaldamento, vengono stabilite due tipologie di quote: una millesimale ed una variabile. In genere, il rapporto tra le due quote, è determinato dall’amministratore del condominio stesso.
Nel caso non sia possibile ottenere il valore appena descritto, la ripartizione delle spese deve essere eseguita stabilendo una quota millesimale del 20% (indipendente dai consumi), a seconda dei millesimi di ogni unità abitativa, ed una quota proporzionale dell’80% relativa ai consumi effettivi, calcolata in base ai millesimi degli spazi da riscaldare.
Quanto si risparmia con il teleriscaldamento?
Con il teleriscaldamento è possibile ottenere grandi vantaggi economici, in quanto, tale sistema consente di pagare soltanto il calore di cui si è effettivamente usufruito. Inoltre, si possono effettuare i pagamenti relativi ai consumi subito dopo aver utilizzato le fonti di calore, e non in anticipo. Infine, le tariffe relative ai combustibili sono molto più basse rispetto a quelle delle altre tipologie di impianti.
Quanto costa la manutenzione del teleriscaldamento e ogni quanto è necessaria?
A differenza dei sistemi tradizionali di riscaldamento, il teleriscaldamento non necessita di molti interventi di manutenzione, né ordinaria, né straordinaria. Questo aspetto è molto vantaggioso, sia per quanto riguarda i costi da sostenere, sia per ciò che concerne la maggiore sicurezza degli impianti. Nel caso di un sistema di teleriscaldamento, bisogna infatti eseguire la manutenzione delle condutture, realizzate appositamente per contenere i fluidi termovettori, e quindi, molto resistenti, e della centralina di scambio, che richiede interventi ordinari minimi.
Come localizzare delle perdite del sistema di teleriscaldamento?
All’interno di un sistema di teleriscaldamento, si trovano i segnalatori di guasti, ossia, dispositivi collocati lungo tutto il percorso delle condutture. Grazie a questi apparecchi, localizzare le perdite risulta un’operazione molto semplice e rapida.
Cosa dice la legge circa il teleriscaldamento?
Secondo la normativa attuale (L. 10/91 art. 26 comma 5 e D. Lgs. 102/2014), la ripartizione delle spese di riscaldamento centralizzato e teleriscaldamento all’interno di un condominio, deve essere calcolata in base al consumo effettivo.
Sono infatti previste due tipologie di quote, una volontaria (che include i consumi di tutti i condòmini e non può essere minore del 50%), e una involontaria (che comprende i consumi dovuti alle dispersioni). Quando si ha a che fare con la misura diretta, la quota volontaria viene calcolata in base al rapporto tra i consumi di ogni condòmino e l’energia prodotta dal generatore, mentre quella involontaria, si ricava per differenza.
Nel caso invece, di una misura indiretta, entrambe le quote vengono stimate, pertanto, i sistemi di contabilizzazione indiretta consentono di stabilire una percentuale di ripartizione dei consumi volontari. Per quanto riguarda invece, i consumi involontari, questi possono essere ripartiti tra i condòmini in base alle tabelle millesimali stabilite durante l’assemblea condominiale.
Come viene alimentato il teleriscaldamento?
Il teleriscaldamento può sfruttare varie tipologie di fonti per produrre calore, molte delle quali sono anche rinnovabili.
Questo sistema di riscaldamento viene alimentato da biomasse, geotermia, solare termico, combustibili fossili, gas naturale, oppure, calore derivante dalla termovalorizzazione dei rifiuti non riciclabili e dalle attività industriali. Oggi, all’estero, per il teleriscaldamento, viene utilizzato anche il calore prodotto dalle centrali nucleari.
In base al luogo in cui si trovano le centrali che forniscono il teleriscaldamento, verrà utilizzata la fonte che si ha più a disposizione. In linea generale, questo sistema di riscaldamento è diffuso maggiormente nell’Italia settentrionale: le regioni situate in zone boschive, impiegano soprattutto biomasse (scarti della lavorazione del legname), al contrario, quelle in cui sono presenti molte industrie, utilizzano principalmente il calore prodotto da queste attività e la termovalorizzazione.
Occorre ricordare che, per l’utilizzo della biomassa, l’IVA è del 10%, mentre per l’impiego degli oli combustibili, l’IVA sale al 20%. Ciò è dovuto al grado di inquinamento della fonte utilizzata.
Quali sono le principali reti per il teleriscaldamento?
La conformazione delle reti del teleriscaldamento, può essere differente a seconda di come sono sistemate le condutture del fluido termovettore. In particolare, esistono tre tipologie principali di reti, ossia, ad anello, ramificate e a maglia.
Le reti ad anello sono quelle meno complesse: in questo caso infatti, il fluido riscaldato parte dalla centrale di cogenerazione, arriva ai dispositivi termici delle singole unità abitative e ritorna alla centrale. Si tratta di una configurazione molto semplice, che consente di ampliare con facilità la rete, in previsione di allacci aggiuntivi.
Le reti ramificate sono composte da una rete primaria dalla quale si diramano condutture secondarie. Queste ultime, hanno il compito di distribuire il fluido termovettore direttamente alle utenze.
Le reti a maglia sono quelle più costose, tuttavia, rappresentano un’ottima soluzione per la gestione della distribuzione del calore. Si tratta di condutture formate da circuiti chiusi collegati fra loro.